Il M5S ha una storia, relativamente breve ma avvincente, che rivendica, ha portato avanti una posizione chiara, spesso coraggiosa quando non rivoluzionaria, mostrato realistiche doti di acume, abilità e diplomazia politica (con vecchi squali è necessario dimostrarsi anche duttili delfini) però, però è necessario non sottovalutare il profilarsi di una dose di stanchezza nel vederlo impaludato in una bizzarra trattativa con un centrodestra inevitabilmente “ostaggio” dell’intemperante e recalcitrante Berlusconi (ancora assai potente stratega e dominus) o un Pd che invoca soltanto una disfatta degli avversari per sperare in una resurrezione…
Il M5S è sempre apparsa forza fresca, giustamente antisistema (il sistema attuale ha compiuto disastri quando non crimini), trasparente, empatica rispetto ai desideri e alle speranze dei suoi sostenitori, ora, però, questa sua forma più istituzionalizzata rischia di apparentarlo ad un balletto partitico di stantio sapore. Comprensibile, viste le circostanze, il tentativo di comporre un governo ragionevole, ma a lungo termine la ragionevolezza potrebbe tramutarsi in una temibile condizione di apparente compromesso con vecchie pratiche pseudopolitiche poco edificanti.
Salvini non mollerà Berlusconi sinché non sarà certo di eroderne il consenso a suo favore, tanto meno il M5S accetterà un governo che non lo veda alla testa, quindi non rimane che questo piccolo siparietto a cui i partiti sono abituati ma cui il M5S non dovrebbe eccessivamente conformarsi. A meno di miracoli, non so quanto auspicabili, Lega e M5S non costituiranno alcun governo, perché entrambi vogliono la stessa cosa, un esecutivo con se stessi alla guida, quindi si attenderanno nuove elezioni, più o meno lontane, con una legge elettorale dotata di un premio di maggioranza dirimente, e quest’intervallo servirà solamente a portare in porto il maggior numero di atti e posizioni utili ad ottenere un possibile, maggior consenso elettorale.
Recentemente poi, l’ultima mossa dei pentastellati di incaricare un comitato scientifico per operare un confronto programmatico (che vorrebbe inchiodare gli altri partiti alle proprie responsabilità esaminando i punti comuni), a differenza di altre, sembra un’azione poco entusiasmante (i partiti non sono affatto interessati a perorare punti comuni per un’azione comune, vivono a scapito degli avversari e non a beneficio dei cittadini) se non nell’ottica di mostrare ulteriore pazienza e prendere tempo in attesa di non si comprende quale illuminazione collettiva, così come l’immaginazione popolare che il “decisionista” Salvini (senza essere puristi, davvero si è disposti a tanto pur di legittimarlo quale interlocutore di governo al pari del Pd?) possa rappresentare il futuro (anche prossimo) mi fa registrare il fatto che parecchi connazionali lo pensassero anche di Renzi, e prima di lui di Berlusconi (che purtroppo a suo modo lo è stato), ed in parte anche di Fini, di Bossi (alla cui Lega in definitiva è stata tolta solo la dicitura “Nord”), giù giù fino alla più antica delle illusioni.
Mi chiedo allora ciò che non mi aspetto da altre forze politiche ma che mi aspetterei dal M5S, senza farsi precedere da chi sembra avviato a fare il primo passo. Una vera mossa di chiarezza e coraggio, l’unica onesta e richiesta a questo punto (che peraltro forse sta perseguendo differendola però con mezzi più nebulosi): dire le cose come stanno, che ha proposto quello che poteva proporre (l’unico, a cui poi gli altri si sono accodati), atteso quanto poteva attendere, ingoiando anche qualche rospo, e che è già stanco di partecipare ad un balletto d’altri tempi, che non ha voglia di continuare a sottostare a pratiche che non gli appartengono e che è pronto a tornare alle elezioni con la semplice approvazione di un premio di maggioranza e a “rischiare” l’unica cosa a questo punto realmente immaginabile: ambire a governare da soli, perché un’alternativa credibile non c’è e probabilmente non c’è mai stata.
Così il M5S potrebbe pensare di assestare un colpo di grazia al morente Pd e al cosiddetto “centrosinistra” attraendo loro ulteriori, esausti elettori, mentre la Lega verosimilmente potrebbe sgonfiare ulteriormente Forza Italia e centrodestra dal momento che pescare altrove non sarebbe facilmente pensabile.
Poi, vincere o perdere, con la propria natura e i propri ideali.
Se così non fosse, e se ci si lasciasse precedere dall’astuzia salviniana, le elezioni ci sarebbero comunque, ma l’esito probabilmente ne risentirebbe non poco, con la trappola del Rosatellum (ma il M5S quale legge elettorale avrebbe preferito e votato?) tesa dal Pd, in stretta collaborazione con Berlusconi e Lega, che potrebbe dare i suoi frutti.
Avere ottenuto la Presidenza della Camera (“pagata” peraltro non poco) e la possibile abolizione dei vitalizi è qualcosa, ma non può e non potrà bastare per risalire la china in cui versa lo scenario attuale.
Forse non è ancora passato il momento in cui fermarsi ed agire con chiarezza, più avanti potrebbe essere tardi.