La delusione di molti clienti del noto robot da cucina Bimby (Thermomix) ha le sue innegabili ragioni

L’improvviso arrivo del TM6, ultima versione del cuoco robot Bimby (inventato in Italia nel 1971 dal tarantino Franco Monticelli e commercializzato dall’azienda tedesca Vorwerk), ha creato un forte malcontento specie tra gli appassionati, e non senza ragione dal momento che la sua uscita commerciale è risultata molto, molto anticipata (e neppure minimamente annunciata) rispetto a quanto si potesse ragionevolmente supporre.

Dopo che i seguaci del noto, ed assai costoso robot da cucina (per il modello TM5 come per il TM6 parliamo di ben 1.359 euro ed in caso malaugurato di guasti, che parrebbero non infrequenti, con costi di riparazione che risulterebbero esorbitanti secondo quanto rilevato da una ricerca del magazine francese 60 Millions des consommateurs), avevano sempre dovuto aspettare circa dieci anni per l’uscita del nuovo modello (sette se ne sono avvicendati in quasi mezzo secolo di storia), ne sono bastati meno di cinque per l’ultimo modello, il TM6, che ha fatto la sua comparsa improvvisa lo scorso 8 marzo.

Così, in primis sulla pagina Facebook dell’azienda e sui forum dedicati, immediate sono arrivate le durissime lamentele di chi (non avvisato dell’imminente uscita del nuovo modello) si è ritrovato magari ad avere appena ordinato (e magari neanche ancora ricevuto) quello vecchio.

Ancor più amareggiate le persone che avevano riposto fiducia nell’amicizia con il venditore (non di rado, infatti, la vendita di prodotti di questa fascia e costi è affidata in particolar modo alle amicizie e conoscenze della rete di vendita, in questo Vorwerk Folletto si è sempre configurata un po’ come la capofila storica) e che si sono sentite beffate dal fatto di non essere state informate; molte riferiscono di aver ottenuto risposte quanto meno bizzarre, come ad esempio quella ufficiale (che lascia a dir poco interdetti): “Quando introduciamo ogni nuovo modello sul mercato facciamo in modo che tutte le sue funzioni siano state pienamente testate con uso reale, poiché l’intero processo di sviluppo è dinamico e dipende da molti fattori. Per questo motivo non è stato possibile comunicarvene l’uscita”, oppure quelle informali che invitavano a ritenersi addirittura fortunate ad aver acquistato il modello precedente per la ragione che fosse senza dubbio maggiormente collaudato, quasi tutte comunque riferiscono una enorme insoddisfazione per risposte evasive quando non fantasiose, ma potrete farvene un’idea voi stessi andando a sbirciare sul primo forum Bimby

Insomma Vorwerk è sembrata dimostrarsi piuttosto impreparata (o fondamentalmente poco ricettiva) rispetto all’ondata di proteste che l’ha investita, e questo soprattutto nel mercato italiano che, stando ai dati dell’azienda, dei 7 milioni di pezzi venduti nel mondo ne copre da solo 3 milioni (non è infatti un caso se il robot sia universalmente conosciuto come Thermomix e solo per l’Italia abbia la particolare denominazione di Bimby, nome che deriva dal suo principale utilizzo: preparare pappe e omogeneizzati per bambini).

Numerose le segnalazioni in tal senso giunte anche alle Organizzazioni dei consumatori (a partire da Altroconsumo), tanto che io stesso, su segnalazione di una cliente particolarmente delusa (cui lo stesso venditore-amico “giurava” di non sapere nulla dell’imminente restyling), ho deciso di scrivere all’azienda produttrice chiedendo di poter eventualmente valutare delle condizioni favorevoli per quella fascia di clienti-neoacquirenti di una versione appena rinnovata (e svalutata) che avessero avuto comunque intenzione di venire in possesso dell’ultimo modello, questo magari prevedendo solamente un conguaglio di costi di ragionevole entità unito alla restituzione del modello TM5 appena acquistato ed in perfette condizioni. Sarebbe stata, a mio modo di vedere, un’elegante strategia di riconciliazione dopo una decisione commerciale forse un poco affrettata e già seguita da una poco quantificabile tempesta di critiche.

Dopo oltre un mese dalla mia lettera rispondeva il Customer Care aziendale (che immaginavo subissato di lamentele) riferendo, in sintesi, non fosse possibile considerare la proposta, questo senza peraltro fare alcun cenno all’iniziativa aziendale oggetto della lamentela.

Anche il venditore-amico contattava la cliente per informarla che, seppur in grave imbarazzo, non poteva far nulla per lei se non consigliarle di provare a vendere il suo “nuovo Bimby già vecchio” oppure, cosa a suo dire più interessante, proporle di divenire a sua volta una venditrice del prodotto e, a fronte della vendita di un certo numero di pezzi, ottenere gratuitamente il nuovo modello (anche questa prassi di reclutamento non inconsueta in Bimby e talora accettata da coloro che, a fronte dell’ingente esborso per l’acquisto del prodotto tentano di venderne a loro volta un certo numero, soprattutto a propri conoscenti, per rientrarne della spesa attraverso le provvigioni).

Stavolta però la “proposta” non sarebbe stata presa in considerazione per ragioni piuttosto evidenti.

Certo tali decisioni commerciali sono pur sempre libere (molto o molto poco riuscite sarà il tempo a dirlo), però altrettanto liberamente possono erodere fiducia e prestigio di un prodotto che se le era guadagnate in quasi mezzo secolo di onorata carriera.

Chissà se gli affezionatissimi del Bimby sapranno o vorranno dimenticare…o se nel frattempo qualche concorrente saprà approfittare della ferita.

A risentirci allora tra dieci, cinque, tre anni?

E chi lo sa?

Non sappiamo neppure quanti saranno ancora Bimby a quell’età..

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.