Il nuovo logo TIM: “T” stilizzata? Trigramma tradizionale cinese? Entrambi? Lecito, ma Etico?

Il nuovo logo TIM appare a prima vista come una “T” stilizzata ma, per i più accorti, innegabilmente anche un trigramma tradizionale tratto dall’I CHING (Il Libro dei Mutamenti), ritenuto il primo dei Testi classici cinesi ed Opera di antichissima sapienza e millenario rispetto.

Il nuovo logo, ideato da Interbrand, potrebbe anche aver avuto l’intenzione di fondere entrambi i simboli, e ciò lascerebbe alquanto perplessi quanto a possibilità ed opportunità di prelevare tale logo da una tradizione cinese di inestimabile valore ed universale appartenenza.

Ciò che è giuridicamente lecito, poiché nessuno può rivendicare la paternità di un simbolo tradizionale, lascia però trapelare dubbi su quanto eticamente lo sia.

L’I CHING, approfondito ripetutamente da eminenti studiosi tra i quali lo stesso Carl Gustav Jung, è riferimento di saggezza che compendia in modo inimitabile concetti universali di ordine filosofico, matematico, fisico. Capirete quindi già da queste poche parole la complessità e la necessità di approfondimento che si cela dietro ogni simbolo del testo.

Nel dettaglio, il trigramma utilizzato dalla TIM è il Kèn, quello del Monte. La “T” della società di telecomunicazioni secondo la tradizione cinese è in realtà una linea Yang superiore che sovrasta le due linee Yin inferiori. Un simbolo che si potrebbe tradurre in “arresto” ed associato anche alla quiete della meditazione, alla riflessione, alla sospensione, alla fine di un ciclo e l’inizio del successivo che necessita di riposo, contemplazione, raccoglimento.

Se già durante la conferenza stampa di presentazione l’ex amministratore delegato Marco Patuano aveva spiegato come il trigramma Kèn fosse ben accoppiato con il logo della compagnia in quanto segno di solidità, tralasciava però di dire che in realtà Kèn significa anche “arresto o protezione contro il pericolo dell’invasione, contro gli ostacoli che impediscono l’avanzamento” che legato all’ottica della concorrenza potrebbe anche passare come messaggio poco rassicurante.

E’ possibile che TIM abbia avuto idea di assimilarlo quale simbolo di fine e nuovo inizio legandolo alla sua dichiarata volontà di rinnovamento, ma tanto più lo sfruttamento di tale risorsa, da rendere visibile ovunque, lascerebbe decisamente perplessi.

La potenza di simboli arcaici ed archetipici andrebbe, a mio modo di vedere, lasciata riposare nel rispetto e nella coscienza, non tra le maglie del commercio, ancor più se, come potranno notare anche i meno esperti, tale trigramma lascia evidentemente trasparire una linea rigida che chiude il flusso di due linee spezzate quasi a rappresentarne un blocco ed un controllo.

Questa è la potenza dei simboli collettivi, ed appartiene alla coscienza e all’approfondimento di ognuno, non alla strategia di un possibile, mero sfruttamento commerciale.

Su certe soglie bisognerebbe inesorabilmente arrestarsi come il trigramma sapientemente  consiglia.

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.