Minneapolis brucia per George Floyd. Breve racconto inedito dalla periferia della città

Una mia cara amica di origini iraniane, residente alla periferia di Minneapolis, mi racconta lo stupore e l’indignazione dei cittadini afroamericani non solo per quanto accaduto a George Floyd ma altrettanto per dove questo sia avvenuto.

Minneapolis, racconta, è una città vocata al rispetto dei diritti civili, una città che ha partecipato alla desegregazione e al movimento per i diritti civili e che nel 1968 fu culla del movimento indiano americano. Una metropoli con una qualità della vita molto alta e un basso tasso di criminalità e di povertà, da sempre considerata tra le più vivibili e accessibili degli Stati Uniti e che si è periodicamente guadagnata le copertine dei media quale luogo a misura di classe media; tutto questo in uno stato come il Minnesota che già vanta un sistema sanitario e scolastico di molto superiori alla media e può essere considerato super progressista.

La popolazione è inoltre costituita per il 60% da cittadini cosiddetti “americani europei” dal livello d’istruzione medio alto e conta altresì una delle più grandi popolazioni LGBT degli Stati Uniti oltre a millennial giunti da tutta America grazie ad affitti contenuti e buone prospettive lavorative.
Minneapolis, tra l’altro, è anche città dal notevole fervore artistico, centro di musica folk, funk e rock alternativa e “piattaforma” di lancio per molti dei musicisti più influenti del 20° secolo, tra cui Bob Dylan e Prince.

Certo, forse non si tratterà propriamente di un’isola felice se, come riferisce Eric Daigre, docente dell’Università del Minnesota e membro del consiglio di Communities United Against Police Brutality, la città è ancora caratterizzata da una forte segregazione razziale (cosa che, costituendo gli afroamericani solo il 20% della popolazione, purtroppo potrebbe non stupire) ma comunque, e assai verosimilmente, rappresentava uno degli ultimi territori statunitensi in cui ci si potesse attendere una tale tempesta.

Insomma, in quello che sembrava essere un tessuto urbano organizzato e pacifico, questa vampata di violenza, sfociata poi nella rivolta e nella distruzione generalizzate (ad opera di “manifestanti” giunti da tutto il Paese), è apparsa ancora più inaspettata ed imprevedibile.

Un innesco, quello di Minneapolis (in cui a saccheggi e razzie si alternano comunque anche manifestazioni organizzate, marce e raduni pacifici), presto divampato in tutto il Paese con coprifuochi e misure antisommossa sempre più stringenti, fino al paventato ricorso all’esercito che il governo, verosimilmente timoroso di esacerbare ulteriormente la protesta, in fondo sempre più annuncia ma sempre meno si augura.

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.