Quando alla porta bussa un addetto di una società elettrica. Forse.

Sono ormai troppi gli episodi in cui mi si riferisce di visite di presunti addetti di società elettriche che non si qualificano adeguatamente e comunque chiedono di parlare con il proprietario dell’abitazione millantando di essere in possesso di dati del contatore o altro. In un caso un addetto alla riscossione del canone Rai millantò addirittura di essere un incaricato dell’Agenzia delle Entrate pur di convincere la proprietaria di casa ad aprire per consegnarle a mano la lettera desiderata.

L’episodio più recente che mi è stato riferito è quello di una signora che in un recente pomeriggio d’estate ha sentito suonare il videocitofono della sua abitazione. Dall’altro capo un giovane uomo ben vestito diceva di essere un addetto dell’Enel in possesso di dati del contatore della signora e che per questo chiedeva di entrare per la consegna. La signora, giustamente diffidente per le molte allerte che giungono in tal senso dai vari organi di informazione, i quali invitano sempre a diffidare dall’aprire a persone non conosciute o che dichiarino di essere addetti di aziende in possesso di documentazione da consegnare a mano, si è rifiutata di incontrarlo subendo gli improperi del sedicente addetto. Improperi che dopo ha saputo essere stati rivolti anche al suo vicino di casa ugualmente interpellato dalla stessa persona e che ugualmente aveva rifiutato di aprire.

Preoccupata per l’atteggiamento ha subito, civicamente, chiamato la locale stazione dei Carabinieri per segnalare la presenza della persona che poteva destare più di un sospetto sia per quanto stava asserendo che per il successivo atteggiamento di forte aggressività. I Carabinieri l’hanno fortunatamente richiamata dopo breve tempo rassicurandola sul fatto di aver reperito ed accompagnato la persona in questione presso i loro uffici.

Arrivata alla stazione dei Carabinieri veniva a conoscenza del fatto che l’uomo non fosse un addetto Enel bensì un addetto di una società operante per conto dell’Enel e che non fosse affatto in possesso di dati del suo contatore, bensì molto presumibilmente intenzionato, attraverso tale stratagemma, a farsi aprire per tentare di proporle un nuovo contratto elettrico o comunque nuove condizioni (per esperienza quasi mai convenienti!).

La signora, elegantemente, non ha sporto denuncia, ma l’atteggiamento dell’uomo, pur in caserma, si manteneva arrogante e scontroso.

Chiedo ora alle Società elettriche e di servizi in genere che siano se non sia giunto il momento di monitorare più attentamente e severamente le società delegate a svolgere servizi per loro conto, ed alle società stesse un comportamento decisamente diverso, corretto, non aggressivo. Questo perché adoperare la menzogna (qualificarsi come addetto della Società delegante e non come addetto di una società che opera per conto di ed asserire di essere in possesso di informazioni che non si posseggono lo sono gravemente) e l’aggressività per tentare una vendita è pratica ormai troppo frequente ed inaccettabile, oltre ad essere stratagemma sempre più conosciuto che le persone cominceranno a pensare di denunciare nelle sedi opportune.

Un addetto di una società delegata deve presentarsi come tale e riferire di voler proporre un nuovo contratto o nuove condizioni contrattuali e non millantare tutt’altro. Questo è l’unico, imperativo comportamento accettabile, altro tratta di condotta aggressiva e millantato credito, entrambi punibili legalmente.

 

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.