A Poggio Bustone l’antichissimo faggio monumentale di San Francesco

Quest’estate, durante un breve ed intenso viaggio a Montebenichi in Toscana, ho avuto modo di incontrare una delle piante monumentali della regione, il cosiddetto Olivone, ulivo secolare di circa trecento anni di età, una circonferenza di sei metri e mezzo ed un’altezza di oltre quattro. Davanti a questa pianta della memoria immediatamente mi ha pervaso una sensazione di rispetto e silenzio assoluti. Rare volte mi capita di percepire un tonfo tale in petto ed altrettanto raramente mi è capitato di inoltrarmi nella campagna scoprendo una tale creatura.

Accostando le mani al fusto ho risentito la stessa abbagliante chiarezza che provai anni addietro e che probabilmente mette magicamente in comune giganti arborei di questo genere.
Sono tornato col pensiero ad una simile creatura che per caso trovai sulla mia strada quando un giorno, di ritorno dalle vacanze estive, mi fermai curioso a visitare il paese natale del famoso cantautore Lucio Battisti, Poggio Bustone in provincia di Rieti.

Per la verità molte volte ero passato davanti all’insegna della piccola località, ma ogni volta, un po’ per fretta un po’ per pigrizia, non mi ero mai deciso a salire verso il bel paese che aveva cresciuto a suo modo lo straordinario talento del suo cittadino più illustre.

Fui accolto da una delle sue canzoni più note che veniva da una vetrata al primo piano della palazzina dove alcuni ragazzi la stavano affrontando a squarciagola.

Fui felice di guardare l’abitato, il balconcino della casa natale di Battisti in cui un poster sbiadito ne manteneva la memoria. Ancora più fui sbalordito dalla veduta a strapiombo che davanti al balconcino sprofondava in altezze memorabili e che fu facile immaginare fossero state d’ispirazione all’artista.

Ricordo ancora quella giornata per quel senso di solitudine che forse mi avevano lasciato addosso gli amici abbandonati con le vacanze, un senso di solitudine che probabilmente però fu propizio per incontrare le origini di un grande artista e quelle a me meno note dell’antico faggio di Rivodutri.

Quando infatti stavo costeggiando il piccolo parco dedicato al musicista che mi stava instradando sulla via del ritorno di colpo mi colpì una vecchia insegna non troppo curata che citava testualmente: al Faggio Vecchio. La curiosità e la malinconia che mi avevano esasperato per il giorno intero furono di nuovo con me più pungenti che mai a spingermi verso quella nuova ed ignota meta.

Feci una strada troppo lunga, impervia e sconnessa, che quasi mi voleva veder desistere, tanto che infatti più d’una volta persi la fiducia d’arrivare, poi in uno spiazzo del bosco che mi aveva accompagnato lungo la tortuosa via ecco apparire un piccolo parcheggio vicino ad una minuta cappella da poco ristrutturata.

Scesi assalito da un silenzio che non ho mai più risentito. All’inizio ebbi paura che qualcosa come un serpente potesse aggredirmi proprio nel mezzo di quella pace insostenibile. Poi, una nuova insegna indicava il faggio poco lontano. Scesi alcuni gradini e sul limitare del bosco ecco apparire una pianta talmente grande da fare un’ombra impossibile da raccogliere. Se non l’avessi saputo forse sarei passato oltre attribuendo quella frescura ad un insieme di alberi, ma così fortunatamente non fu.

Solo dopo seppi di essere a mille metri di altitudine con davanti un gigante dall’altezza smisurata e la circonferenza di ben ventidue metri.

San Francesco stesso, secondo una tradizione popolare, si sarebbe riparato sotto l’antico faggio durante un temporale, mentre il faggio stesso avrebbe steso i suoi rami, piegandoli verso il basso, per riparare il poverello di Assisi dalla pioggia e dalla furia della tempesta.

In quella valle santa reatina non poche leggende si affastellavano sulla figura del mistico di Assisi, ma forse quella del piccolo uomo sotto la grande pianta rimaneva la più suggestiva.

Ai piedi del faggio molte foto, piccoli croci di legno ed altri voti ne facevano una cattedrale sinistra e ammirevole, io, in silenzio ne fui preda sino a che il sussulto di un camminatore mi riportò alla realtà. Un giovane uomo infatti se ne veniva dalla valle a piedi e scortomi mi chiese semplicemente dove portasse quella strada. Io non lo potei aiutare, solo rimasi stupefatto che non conoscesse l’infinito sentiero che stava percorrendo.

Su una piccola guida che avevo con me lessi che il faggio antico presentava delle caratteristiche morfologiche che si potevano riscontrare in pochi esemplari al mondo, forse soltanto in tre (di cui uno in Inghilterra e l’altro in Nord America) e che probabilmente poteva trattarsi del più grande in assoluto della sua specie.

Nella zona soprastante il Faggio era anche possibile ammirare, impresse su di una pietra, delle impronte di ginocchia che la leggenda faceva risalire al Santo adagiatosi in preghiera.

Così, similmente, silente e devoto, lasciai quel luogo e quel faggio di San Francesco tanto assetato di solitudine.

 

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.