Per l’inalienabile Diritto alla Libertà di Cura


“Viene un giorno in cui si comprende quanto la vita morente debba avere gli stessi diritti, cura ed amore di quella nascente, poiché sono due soglie ugualmente misteriose e a loro modo critiche di cui nessuno può sapere fino in fondo.”

In Italia vigono dei protocolli che paiono inviolabili, secondo quanto determinato dalla Comunità scientifica ufficiale, ma per esperienza personale vi dico che per chi possa permetterselo, a costo di grandi sforzi economici e morali (poiché spesso sottoposti ad un giudizio sprezzante di parte della medicina ufficiale, che almeno dovrebbe avere la pietà di non ritenersi infallibile come non lo è nessuno su questa terra e come anche i più grandi ed illuminati scienziati hanno sempre umilmente confessato) un grande e non determinabile numero di malati studia, si informa in modo infaticabile attingendo non solo a fonti ufficiali e si cura, spesso con eccellenti risultati, grazie al proprio impegno e dedizione. Questi risultati, comunque, per la medicina ufficiale che conduce la propria strada in modo quasi sempre unilaterale, sono altrettanto frequentemente frutto del caso, del destino o di una particolare e non spiegabile risposta organica.

Un uomo è padrone della propria coscienza, del proprio corpo e della propria vita qualora implichi solo se stesso, credente o meno che sia, a prescindere da qualunque legge. Lo stesso Pontefice ha detto: “chi sono io per giudicare?” riferendosi umilmente a qualcuno che glielo insegnò.

Se il diritto è la legge degli uomini la giustizia non appartiene ad una legge superiore chiedo?

Un mio caro amico affetto da psoriasi artropatica da circa 15 anni, invalido al 79%, e che riceve dallo stato una pensione di invalidità di euro 290,00, si è “curato” in questo periodo attraverso i protocolli ufficiali in una cosiddetta struttura nazionale di eccellenza, rientrando prima in un protocollo ordinario di vari farmaci dai costi esorbitanti e poi in un protocollo sperimentale di farmaci biologici sempre dai costi “miracolosi”. In 15 anni non ne ha tratto che momentanei benefici e ricadute perenni e continue, subendo la grande tossicità di questi farmaci dichiarata dagli stessi produttori. Ridotto a letto o sulla sedia a rotelle per lunghi periodi ed inabile a qualunque vita sociale e lavorativa. I medici ufficiali della struttura di eccellenza lo visitavano per cinque minuti, guardando più la cartella clinica che i suoi occhi, e in pochi minuti lo liquidavano con le medesime parole di quasi alcuna speranza e prescrizioni alternate di farmaci da oreficeria che nulla hanno mai potuto. Ma se lui prenotava qualche visita privata presso il loro studio allora anche in ospedale l’attenzione si alzava di un poco. Circa un anno fa, completamente disilluso per la mancanza di attenzione e per le sue condizioni fisiche invariate se non peggiorate da 15 anni, decise di interrompere ogni trattamento (che peraltro costava nel tempo decine e decine se non centinaia di migliaia di euro al Sistema sanitario nazionale) e di non voler più incontrare alcun medico. La situazione non è peggiorata rispetto a prima e lui non ha più subìto la tossicità dei farmaci, il calvario di medici contabili e accollato alcun esorbitante costo allo Stato. Poi alcuni mesi fa, non senza diffidenza e cautela, si è rivolto ad un medico antroposofico (branca della medicina omeopatica che come saprete guarda all’uomo nella sua globalità e non ad una macchina di cui aggiustare i singoli pezzi), che lo ha attentamente ascoltato, visitato, e poi iniziato il trattamento a sue spese (modeste, ma pur sempre spese per chi percepisca 290,00 euro al mese ed abbia almeno la “fortuna” di campare, a 49 anni, vivendo con i genitori). Oggi le sue condizioni emotive e fisiche sono nettamente migliorate, esce, ha quasi nessun dolore, la pelle si è schiarita, vi è un miglioramento duraturo e progressivo come mai avvenuto, e quello che assume non ha alcuna tossicità. Ma questo sarà sicuramente un caso, una suggestione, il destino o una non spiegabile e positiva risposta organica.

Perché questo mio amico deve pagarsi da solo alcune centinaia di euro quando fa risparmiare mensilmente allo Stato migliaia e migliaia di euro rinunciando ai trattamenti ufficiali? Ma la condizione attuale del mio amico è sicuramente un caso, una suggestione, il destino o una non spiegabile e positiva risposta organica. E lo sono anche tutti i visionari che in un numero non stimabile si affidano a cure cosiddette alternative o agli studi di medici visionari come Di Bella e altri (peccato che, chi ben si informi sa che “discretamente”, la farmaceutica ufficiale, conscia della pazienza non infinita degli ammalati e dei limiti delle sue offerte, tenti poi, passo passo, di avvicinare alcuni approcci terapeutici come ad esempio quello Di Bella, che anche alcuni scienziati di chiara fama cominciano ad ammettere, a distanza di anni, abbia “alcune utilità”). Ma siamo certamente tutti visionari che si illudono basandosi sulle “magie” di altri visionari. Milioni e milioni di persone in tutto il mondo, Italia compresa, che si curano o integrano le cure tradizionali con quella omeopatica, tutti visionari, suggestionabili, inesperti e forse anche un po’ da compatire.

Io mi chiedo invece per quanto ancora la “medicina unica” riterrà o potrà ritenere visionari, sciocchi e incompetenti milioni di persone.

D’altronde sono sotto gli occhi di tutti i grandi miglioramenti che in ogni branca della medicina stanno avvenendo grazie alle cure ufficiali, e dico medicina, non chirurgia, perché quando si necessita di chirurgia la medicina ha già in parte ceduto il passo. In moltissime branche quali ad esempio l’oncologia poi, dove i costi per lo Stato sono colossali, da decine e decine di anni non sento che parlare generalmente e sempre di chirurgia, chemioterapia e radioterapia (sempre più mirate per carità), e non infrequentemente se il paziente è talmente forte da non morire per la tossicità di chemio e radio forse si salverà o forse avrà qualche anno di vita in più ben chemioterapizzato e irradiato. 50 anni o più che la ricerca fa passi da gigante.

In Italia poi siamo sempre alle periferie dell’impero, in altri Stati quali ad esempio la Germania, la Francia, l’Inghilterra alcune medicine cosiddette alternative quali, tra le altre, l’omeopatia, sono più che rispettate, avendo addirittura ospedali in grado di proporle ai pazienti, e la cui ricerca è a livelli che noi visionari possiamo soltanto sognare. Ma si sa, è notorio che in ogni ambito l’Italia sia molto più progredita di Germania, Francia ed Inghilterra. In Italia un solo ospedale, quello di Pitigliano (GR), ha tentato l’esperimento di integrare cure tradizionali ed alternative o integrative, ed aveva liste di attesa lunghissime per prenotazioni da tutta Italia di visionari che ne traevano benefici pagando, quando dovuto, regolare ticket. La Comunità scientifica ufficiale l’ha quasi per intera guardato con orrore e credo che lo Stato stia presumibilmente pensando di chiuderlo per razionalizzare le spese.

Un paziente che decida liberamente sulla propria pelle (pur ammettendo il caso che si illuda e basta e che ne pagherebbe personalmente le conseguenze) di far risparmiare migliaia o centinaia di migliaia di euro al Sistema sanitario nazionale rinunciando a tali cure per curarsi come creda (e molto verosimilmente a costi decisamente inferiori), perché non dovrebbe essere rimborsato e accompagnato dal Suo Paese? Sarà pure un pazzo o un visionario ma è pur sempre un contribuente, padrone della sua salute e tutelato dalla libertà di cura sancito dalla sua Costituzione Repubblicana. Ogni persona, cittadino e contribuente, in coscienza, non ha forse i medesimi diritti dell’altro anche in fatto di salute personale e quindi il diritto ad essere sostenuto anche finanziariamente qualora la sua personale scelta terapeutica non coincidesse con i protocolli ufficiali?

Lo Stato non intende mediare, ascoltare, accompagnare. O ti ritiene un visionario e allora ti curi a tue spese, o se lo decidi non ti curi per nulla, oppure ti paga ogni spesa se rinunci alla tua possibile libertà di poter decidere per te sotto la tua responsabilità e ti affidi alla sua etica ed alla sua maestria.

Ammetto di essere forse un visionario, inesperto, che non può né vuole accusare nessuno precisamente ma desidererebbe provocare almeno un sentimento diverso dal coro.

Leggendo la Costituzione italiana (così spesso più una proforma poetica che una pratica), osservo che La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti, non La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti esclusivamente secondo i protocolli approvati dalla Comunità scientifica ufficiale.

Allo stesso modo leggo La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana, ma impedire che ammalati in condizioni disperate e spesso sottoposti a sofferenze intollerabili (in condizioni che reputino di indegnità personale o che non trovino più sollievo neppure nelle cure palliative) non possano decidere di porre termine alla propria vita (pur immaginando che anche qui chi sia in condizioni economiche per farlo, in Italia o all’estero, possa ancora garantirsi diritti diversi) non viola i limiti imposti dal rispetto della persona umana?

Nessuno vuole dirlo, pur se tutti sanno e sappiamo quale sia la vera complessità e nodo della storia, ma mi chiedo, chiedo e interpello: tutto ciò è fatto in Coscienza, tutto ciò è Costituzionale?

Costituzione della Repubblica Italiana, 1947/32
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.”

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.