seguo sempre le vostre recensioni ed i commenti riguardo il mio vademecum sulla costruzione di una pensione privata per l’uomo di strada, e cerco appena possibile di rispondere alle domande più frequenti pubblicamente, nell’auspicio che possano essere di utilità anche ad un pubblico più vasto.
Per quello che riguarda il formato del vademecum e quindi la sua sinteticità che alcuni di voi mi dicono forse eccessiva vorrei dire che avrei sicuramente potuto scrivere un libro di più ampio respiro, ma volendomi rivolgere alle persone comuni, e spesso per nulla informate, ho ritenuto più utile questo formato. Innanzitutto per rendergli meno impervio il desiderio e la costanza di leggerlo dato che l’argomento potrebbe a prima vista apparire tecnico e noioso e quindi scoraggiare anche chi avesse avuto voglia o necessità di avvicinarvisi.
Anche a coloro che lo ritengono troppo semplice o semplicistico rispondo che evidentemente essendo un vademecum per l’uomo di strada, come d’altronde dichiarato nel titolo senza possibilità di equivoci, non intendevo rivolgermi agli esperti di settore che certamente e presumibilmente saranno a conoscenza di quanto detto (ma poi lo dicono o se lo sentono dire con la stessa sincerità?).
C’è chi lo ritiene poca cosa e abbastanza scontato con nulla di nuovo o rilevante, ed anche qui devo dire di provare soddisfazione perché se è vero che chi lo reputa tale sia presumibilmente un esperto o comunque persona informata, è altrettanto vero che mi stupirei se dicesse la stessa cosa una persona comune. Quindi per alcuni saremmo nel campo di ciò che solitamente si ritiene essere un Uovo di Colombo, ma che bella cosa potersi rivelare un Uovo di Colombo un testo in cui si parla della questione in un modo che nessuno mi pare abbia affrontato alla stessa maniera, con la stessa semplicità e schiettezza. Direi un Uovo di Colombo che sgombra il campo da tutti quei tecnicismi aziendali e burocratici che troppo spesso spaventano le persone facendole o allontanare dall’argomento o rifugiarsi subito tra le braccia degli intermediari specializzati.
C’è chi mi riferisce che avrebbe avuto bisogno di più esempi pratici, e magari concordo con lui, ma per quanto detto sopra volevo che il manualetto fosse agile e comprensibile e non troppo dilatato o minimamente ostico, quindi ho fatto alcuni esempi rapidi, conti alla mano, con un investimento esemplificativo di 2.000,00 Euro l’anno (cifra che mi è sembrata abbastanza abbordabile), ma questo non esclude che lo stesso ragionamento si possa fare con 1.000,00 Euro l’anno e via dicendo, basterà dimezzare i miei calcoli.
Riguardo poi la questione sulle azioni quali titoli di nessuna garanzia vorrei consigliare le persone a fare un esercizio semplice semplice. Io suggerisco, in una parte del vademecum, di prestare attenzione alle azioni di grandi aziende, di fama direi storica, e produttrici di prodotti o servizi di primaria necessità (questo basandosi sempre su un investimento di lungo periodo quindi: 15 – 20 – 25 anni o ancora più). Per verificare quanto vi dico non avrete bisogno di consultare giornali economici o altri strumenti specializzati, basterà scrivere il nome dell’azienda con accanto il termine “quotazione” su Google e vi apparirà subito un grafico con l’andamento delle azioni sul lungo periodo. Cliccate sul sovratesto del grafico denominato “max” e avrete un andamento che solitamente va dai 10 ai 15 anni (magari un po’ pochino rispetto a quanto suggerisco io ma comunque sempre più che un’indicazione di massima). Puntate il mouse all’inizio del grafico e alla fine e potrete constatare direttamente l’andamento economico delle azioni nel tempo.
Comprendo perfettamente anche coloro che mi dicono che dovendo versare i contributi all’INPS non hanno i fondi per pensare ad una pensione privata complementare. Qui però entriamo in una questione politica nella quale personalmente ritengo civile e degno che sia un Ente Pubblico a dover garantire una degna pensione ai cittadini, purtroppo però ho dovuto guardare in faccia i fatti se volevo esservi d’aiuto in qualche modo, ed i fatti dicono che anche i fortunati che riusciranno in futuro a percepire una pensione pubblica potranno tranquillamente controllare sul servizio messo a disposizione dall’INPS il calcolo della loro futura pensione e mediamente, quando non nella maggioranza dei casi, si troveranno a dover constatare che la loro pensione sarà, dopo decenni e decenni di lavoro, uguale a quella sociale quando non inferiore. Quindi pensione insufficiente alla sopravvivenza. Pensione di nome non di fatto. Mi dico allora: se lo Stato non è in grado di garantire il diritto sacrosanto alla sopravvivenza dei propri cittadini allora decida di lasciare i denari dei contributi pensionistici nelle mani dei lavoratori e non dell’INPS e fare in modo che possano provvedere al loro futuro personalmente.
Insomma spero proprio che il manualetto si dimostri proprio un Uovo di Colombo, perché le Uova di Colombo portano un cambiamento di visuale e sono molto utili e semplici per districare questioni apparentemente complicate.
Carlo Sabbi