Una Casa dei Mestieri, non il gioco-inganno della diffidenza reciproca

casadeimestieri

 

Gentile Sindaco che verrà,

qui le scrivo una semplice proposta, di quella che possono sembrare l’uovo di Colombo, ma sembra proprio la semplicità delle uova di Colombo talora a fare una piccola differenza dove pare non vi siano più differenze.

Assistiamo ad una realtà ormai quasi priva di un qualunque collante, in cui facile è stato il gioco-inganno della distorsione e dello scarico delle frustrazioni unicamente attraverso la diffusione della diffidenza e dell’aggressività generazionali, sociali, razziali.

La mistificazione di chi intenda dividere per imperare permetterà forse di mantenere uno status quo emotivo momentaneo ma ha logorato inesorabilmente e sfarinerà irreversibilmente la pallidissima idea di comunità che spero ancora sussista.

Logorata la famiglia, la scuola, la cultura, la giustizia, la salute, checché possano dirne statistiche o sondaggi di opinione, cosa rimane dell’intervento pubblico a favore della socialità e della solidarietà, unici collanti che di concerto con quelli citati dovrebbero ridare respiro ad una collettività impaurita e frastornata?

Una delle voci più pericolose divampate da media interessati alla difesa delle posizioni e al clamore immediato è stata, tra le altre, quella di portare su “opposti fronti economici” padri e figli, vecchi e giovani.

Su questo ho riflettuto a lungo anche grazie all’energia, talvolta inespressa, che molti padri o madri in pensione tramutano in frustrazione e che parimenti dimostrano alcuni loro figli più o meno giovani. Allora mi chiedevo come sarebbe possibile incanalare queste energie per farne un principio di costruttività e collaborazione? Come rigenerare queste energie contrapposte in un’ottica nuova e forse più semplice di quanto potesse apparire?

Un tempo l’apprendistato viveva nelle botteghe, oggi, quando avviene, appare sempre più qualcosa di simile allo sfruttamento, e questa idea anima la lingua velenosa e ingenerosa di politicanti che vi trovano spesso spazio per confermare l’inerzia di figli buoni da addomesticare a tempo solo per calcoli elettorali.

Quanti padri, madri che detengono il sapere dell’artigianato e dell’arte sarebbero disposti a prestare la loro sapienza anche gratuitamente se solo fossero incoraggiati ed indirizzati. Quanti figli sarebbero altrettanto disposti ad apprendere. Quanti da entrambe le parti sceglierebbero di sapere invece di vagabondare per bar o televisori?

Ma per fare questo l’unico intermediario possibile quanto a strutture e possibilità sarebbe quello pubblico, e non potrebbe essere altrimenti.

Questa sarebbe la Casa dei Mestieri di cui le parlavo nell’oggetto, una casa aperta a chi voglia semplicemente insegnare ed imparare reciprocamente e gratuitamente. Idraulica, elettronica, edilizia, giardinaggio, agricoltura, chissà quante energie sarebbero lì pronte solo per essere risvegliate.

Mi dirà forse che già esistano corsi di formazione professionale pubblici, ma sa meglio di me quanto la burocrazia e la limitazione del loro raggio d’azione sia risultata evidentemente limitante ed inefficace.

Mi dirà che reperire le strutture non sarebbe cosa facile, ma credo che la buona volontà delle persone interessate potrebbe sorprenderla anche a livello organizzativo, senza contare gli innumerevoli immobili pubblici privi di qualunque destinazione, o di quelli attivi come scuole o centri di aggregazione che magari potrebbero prevedere al bisogno orari d’apertura serale.

Insomma sa che coniugare queste energie inespresse potrebbe essere davvero un collante sia emotivo che pratico di straordinarie potenzialità, un contrordine reale rispetto allo spirito del tempo che ci vuole isole paralizzate da difendere con recinzioni mentali e materiali sempre più degradanti.

Ogni Municipio della nostra città potrebbe ospitare una Casa dei Mestieri, a lei, se vorrà, riflettere se investire moralmente e finanziariamente su questa piccola idea.

Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.