L’Inps quanto potrà durare?

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Con i contratti vigenti ed i contributi che attualmente e molto verosimilmente in futuro l’INPS vedrà ridursi al lumicino anche grazie a scelte politiche scellerate e dissennate, l’INPS quanto potrà reggere senza aver bisogno dell’aiuto dello Stato?

Ma l’aiuto dello Stato non potrà che essere costituito dal denaro attinto da nuove tassazioni, quindi ulteriori risorse prelevate alle persone che già versano una bella fetta del proprio stipendio alle casse previdenziali.

Insomma quanto potrà durare questo meccanismo, specialmente con uno Stato praticamente in bancarotta che ad oggi può “vantare” un debito pubblico di circa 2200 miliardi di Euro, ed in rialzo solo nel 2015 di 33,8 miliardi?

Se domani uno due Stati influenti decidessero di vendere corposamente i nostri titoli pubblici saremmo praticamente nelle condizioni di povertà e guerra civile che ci terrorizzano alla televisione.

Un’unica soluzione un Governo decente dovrebbe prospettare al suo popolo, quello di non trattenere più gli oneri previdenziali e lasciare la possibilità alle persone di provvedere in proprio al loro futuro.

Questo anche in un’ottica perequativa rispetto ad un Ente Previdenziale che remunera troppo generosamente migliaia di persone, talora anche poco meritevoli, e lascia in un’indigenza commovente larga parte del resto (anziani in primis).

Dovremmo noi lottare per la nostra libertà e non lasciar decidere al Governo la misura della nostra prossima schiavitù economica e morale.

Io scelgo di non remunerare l’INPS con un contratto di dipendenza, scelgo un lavoro incerto sotto la mia responsabilità e sotto la mia responsabilità scelgo di costruire il mio futuro pensionistico. Gli altri hanno già dato dimostrazione di sé, e l’Italia è nelle macerie che sono e quelle più disastrose che si immaginano.

Seguirò il consiglio di mio padre, perché è mio padre, mi fido di lui, ha condotto una vita lavorativa faticosa ma degna ed ha sempre ricevuto un corrispettivo economico che credo giusto e rispettabile, anche ora che è in pensione.

Per questo credo alle sue parole, perché le ho vissute, non sentite.
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Pubblicato da aiutobonariacomposizione

Dopo varie esperienze personali di reclami per le più varie esigenze di vita quotidiana in cui purtroppo tutti noi abbiamo modo di imbatterci: dai problemi di richiesta di verifica di bollette spesso discutibili, difficoltà nelle domiciliazioni bancarie e controversie varie rispetto a problematiche relative ad utenze, mancati o tardivi interventi tecnici per il ripristino di servizi interrotti, segnalazioni di situazioni di degrado ambientale oppure ricorsi alle Autorità Garanti o ai sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie, ho nel tempo maturato la convinzione e l’esperienza che molti rinunciano alla tutela dei propri diritti o per mancanza di conoscenza o per mancanza di tempo, pazienza, capacità di seguire la burocrazia dei reclami. Eppure, qualora si sappia impostare nel modo giusto un reclamo, un ricorso o una segnalazione, peritandosi di individuare anche i corretti referenti ai quali far giungere la nostra comunicazione, molto spesso buona parte delle problematiche possono essere verificate e risolte senza rinunciare alla tutela dei propri diritti e senza affidarsi da subito all’assistenza di un legale che, oltre a dimostrarsi talora un decisione piuttosto costosa, è anche troppo spesso una strada lunga ed eccessiva per la risoluzione di alcune controversie più facilmente affrontabili con una giusta segnalazione della problematica o ricorrendo a canali di risoluzione spesso disponibili ai cittadini ma dei quali si ha scarsa conoscenza. Sia in prima persona che poi, successivamente, aiutando alcuni miei amici, mi sono reso conto che era possibile, in gran parte dei casi, affrontare problematiche di varia natura semplicemente impostando correttamente la richiesta o la segnalazione di cui necessitavano. Nel tempo molte persone, solo con il passaparola si sono rivolte a me perché “sfinite” da vari disguidi per i quali non riuscivano a trovare risposte, anche a loro, in base al tempo a mia disposizione, ho cercato di dare un aiuto. Più di uno mi ha consigliato di estendere questa mia esperienza alle moltissime persone che avrebbero potuto giovarsene, ed ho sempre risposto che lo avrei fatto se avessi potuto vivere di rendita, poiché impostare un reclamo o segnalazione nel modo corretto necessita di cura, concentrazione e tempo. Poi le continue richieste e la buona percentuale di risposte e di soluzioni, mi hanno convinto a comunicare questa possibilità. Per cui, per chi ne necessitasse, mi rendo disponibile a valutare le necessità di segnalazione, reclamo o ricorso a fronte di un rimborso spese, configurabile come un contributo libero per il tempo necessario alla predisposizione del reclamo (non essendo io né un avvocato né un’associazione di consumatori o altro ma un semplice cittadino). Ho voluto chiamare questa mia piattaforma web A.B.C., acronimo di “Aiuto per la Bonaria Composizione delle Controversie” perché credo che di questo semplicemente si tratti, un’ABC dei diritti che troppo spesso, purtroppo, anche per poca conoscenza o esperienza, paiono non esistere.